Dalla Siria alla Giordania, il racconto di Amal
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A ormai otto anni dallo scoppio della guerra civile in Siria, la crisi siriana rappresenta la più grave crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale, con 13,1 milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria in Siria e 5,5 milioni di rifugiati siriani (OCHA,Syria Humanitarian Needs Overview, Novembre 2017), principalmente ospitati in Turchia, Libano, Giordania, Iraq e Egitto. In base ai dati UNHCR, 5.582,018 rifugiati siriani sono registrati nella regione, di cui 2 milioni in Egitto, Iraq, Giordania e Libano (ultimo aggiornamento dati 15 febbraio 2018 UNHCR). Il numero di siriani presenti in questi paesi è tuttavia superiore ai dati ufficiali UNHCR, perchè molti non sono registrati.
La Giordania è il terzo paese della regione per numero di rifugiati siriani ospitati, con una conseguente notevole pressione su un paese la cui situazione socio-economica era già precaria. L’ultimo censimento (dicembre 2015) dimostra che in un decennio la popolazione giordana è quasi raddoppiata, passando dai 5,1 milioni nel 2004 ai 9,5 milioni nel 2015. Di questi, secondo i dati UNICEF, 6.613,587 sono cittadini giordani mentre il 30% del totale è rappresentato da non-giordani. La comunità che presenta la più elevata presenza è quella siriana con 1,3 milioni di persone.
La maggioranza dei rifugiati si trova nella parte Nord del Paese, con una particolare concentrazione nel Governatorato di Mafraq, Irbid, Amman e Zarqa.
I primi “richiedenti” sono giunti all’inizio del 2012, trovando una calda accoglienza. Il problema è che in breve un rivolo si è trasformato in torrente, quindi in un fiume in piena.
Un numero cospicuo di siriani tende a scappare dai campi profughi per rifugiarsi nelle zone urbane in cerca di lavoro e condizioni migliori e una forte pressione si riscontra nelle aree del governatorato di Amman(186,438), e Mafraq (158,103). Una volta usciti dai campi formali i siriani privi di risorse economiche si installano in tende nei campi informali (ITS)l localizzati in aree marginalizzate e lontane da servizi di ogni genere.
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