Frammenti di vita in Giordania con Giulia

Frammenti di vita in Giordania con Giulia

Sole e cielo azzurro. Non una nuvola, rarissimo vedere del grigio nel cielo, ancora più difficile la pioggia. E polvere, terra color sabbia che si solleva ad ogni passo posto su suolo non-urbano, nord-centro-sud, basta uscire da una qualsiasi città. Queste le prime immagini che evoca per me la Giordania, dove ho iniziato a lavorare con Vento di Terra nel marzo del 2020.

Due settimane dopo l’avvio della collaborazione, il Regno Hashemita instaura le restrizioni da COVID-19 più ferree che siano in vigore in quei mesi: viene imposto un coprifuoco totale per il quale non si può uscire di casa per diversi giorni, è il governo che organizza la distribuzione porta a porta di pane ed acqua. Inizia per noi di Vento di Terra un periodo di intenso coordinamento e di riaggiustamento delle attività in corso: si consultano i donatori su quali siano i cambiamenti consentiti all’interno dei progetti, si seguono attentamente gli sviluppi delle misure restrittive del governo, si capisce con i colleghi delle altre organizzazioni quali siano i bisogni della popolazione che stanno emergendo e come coordinare al meglio la risposta.

Vento di Terra contatta i referenti dei campi informali di Mafraq dove lavora da quasi 10 anni per raccogliere informazioni sul loro stato, converte risorse per lanciare una campagna informativa sul COVID-19 e quali siano le pratiche igieniche da seguire, acquista insieme a Terre des Hommes Italia dei medicinali da distribuire. Poi la prima ondata piano piano si placa, il governo inizia lentamente a riaprire il Paese.

Due progetti vengono conclusi, due nuovi progetti avviati: a Mafraq si supportano le persone, specialmente quelle che vivono nei campi informali, che hanno bisogno di assistenza medica secondaria o terziaria (operazioni d’urgenza, parti, visite e medicine per le malattie croniche, ecc.); ad Amman si erogano molteplici servizi insieme al partner locale Families Development Association per il reinserimento scolastico dei minori, per la tutela delle donne e per la promozione dei diritti delle persone con disabilità, soprattutto di giovani donne.

Con l’implementazione dei progetti iniziano nuove sfide e nuove soddisfazioni: bisogna attenersi alle misure preventive da COVID-19 e quindi riorganizzare alcune attività da remoto (per esempio, il governo attiva la didattica a distanza, quindi i minori vengono supportati da remoto con la distribuzione di tablet), i tempi per ottenere i documenti dalle istituzioni si allungano, gli spazi vanno sanificati, ecc. Arrivano però anche le prime storie dai beneficiari, come quella di una famiglia irachena i cui bambini possono frequentare le lezioni per la prima volta in vita loro poiché prima non avevano i giusti documenti che Vento di Terra è riuscita a procurargli, o come quella di chi, a 9 anni, vendeva fazzoletti per strada e ora può seguire la didattica a distanza.

Ho diverse occasioni per incontrare chi sta beneficiando dei nostri servizi: è un giorno di novembre, quando entro nella stanza dove si svolge il laboratorio creativo di manufatti in silicone per giovani donne con disabilità. Vengo immediatamente accolta da loro e dalla formatrice con tanti sorrisi e diverse domande (Come ti chiami? Da dove vieni? Ti piace il mio manufatto?). Come sempre c’è chi rimane più taciturno e chi è più estroverso, incline al dialogo. Una giovane donna con la sindrome di Down mi prende e porta in giro per la stanza a mostrarmi tutti i manufatti. Ahimè capisco poco di quello che mi racconta a causa dell’arabo che ancora non ho imparato, ma il calore umano e la sua voglia trascinante di fare, vivere, socializzare mi colpiscono profondamente. Ne esco piena di regali: non solo quelli materiali che hanno voluto farmi a tutti i costi (una statuina, un portachiavi), ma anche quelli invisibili che nutrono più che mai l’anima e rinnovano sempre la motivazione di fare questo lavoro.

Un’altra volta parlo con Fatima, una bambina di 10 anni che ha seguito delle sessioni di terapia occupazionale e che ha partecipato ai Children’s Clubs insieme ad altri minori. I Children’s Clubs sono dei gruppi in cui una ventina di minori per gruppo approfondiscono la conoscenza dei propri diritti e vengono incoraggiati a riflettere, domandarsi, sognare rispetto ad una società più equa, inclusiva, che rispetti i diritti umani di tutte e tutti, ma sono anche uno spazio all’interno del quale i bambini si possono divertire, confrontare, possono imparare, essere ascoltati da uno staff specializzato. Fatima racconta di come questi incontri le abbiano permesso di fiorire, di aprirsi, lei che prima era timida e riservata, che con il COVID-19 e la mancanza di socializzazione stava perdendo la motivazione. Fatima ha anche migliorato la muscolatura delle gambe grazie agli esercizi di terapia occupazionale e ora la voglia di imparare risplende nei suoi occhi, così come la gratitudine è evidente in quelli della madre. E di conseguenza nei nostri.

L’esperienza con Vento di Terra è stata per me questo: vedere tanta dedizione da parte dello staff che ha lavorato alacremente per poter implementare e aggiustare le attività, assicurando il meglio per i beneficiari; affrontare le sfide emerse con la pandemia da COVID-19 e quelle classiche che sempre si verificano con un forte spirito di squadra, quasi tutta al femminile; ma soprattutto, interagire con i bambini, le donne e gli uomini che sì, hanno beneficiato dei servizi di Vento di Terra, ma più di ogni altra cosa ci hanno regalato gioia, motivazione, perseveranza e speranza.

Giulia Capuani

Project Manager per Vento di Terra in Giordania