Ihtawini

Codice progetto: 11731/2019/GIO/CS/VDT

Durata: 16 mesi

Inizio attività: 19/12/2019 – Fine attività: 18/4/2020

SDG 5: Parità di genere

Area geografica: Amman

Budget: 449.807,71 Euro (intero finanziamento dell’AICS)

Obiettivo generale: Migliorare e integrare il sistema di protezione per le persone più vulnerabili tra i rifugiati siriani e le comunità ospitanti nelle aree svantaggiate di Amman Est

Obiettivo specifico: Potenziare l’accesso e la qualità dei servizi di protezione e la consapevolezza dei beneficiari sui diritti delle donne, dei minori, delle persone con disabilità e sui servizi disponibili nelle comunità urbane vulnerabili di Amman Est (Jabal al Qusur e Al Hashemi Al Shamali)

Il presente progetto mira ad ampliare i servizi di tutela per la popolazione siriana e per i gruppi più vulnerabili della comunità ospitante, andando a rispondere ai bisogni relativi all’istruzione, tutela delle donne e promozione dei diritti, in particolare delle persone con disabilità. “Ihtawini” offre percorsi integrati di protezione che possano rispondere alle vulnerabilità delle famiglie in modo olistico e comprensivo, tramite attività di prevenzione quali campagne di sensibilizzazione e sessioni informative, attività di risposta quali supporto psicosociale ed erogazione di assistenza finanziaria ed azioni di empowerment a livello personale e comunitario tramite la formazione di persone con disabilità e la creazione di reti informali di solidarietà.

Il progetto, che ha una durata di 16 mesi, si articola intorno alle tre componenti sopracitate (tutela dei minori ed istruzione, tutela delle donne e disabilità), con l’obiettivo di potenziare l’accesso e la qualità dei servizi di protezione, di aumentare la consapevolezza dei diritti della popolazione target e di disseminare buone pratiche relative all’inclusione sociale. Esso è implementato in collaborazione con il partner locale Families Development Association (FDA), che opera attraverso due centri situati a Hashmi al Shamali e a Jabal al Qusur, entrambe zone ubicate ad Amman est, là dove i bisogni della popolazione sono maggiormente accentuati. Si intende raggiungere, attraverso le azioni del progetto, un numero complessivo di 3.480 individui, di cui il 70% siriano e il 30% giordano. Vento di Terra adotta in ogni istanza un approccio inclusivo basato sulle vulnerabilità piuttosto che sulla nazionalità, accettando pertanto qualsiasi individuo in stato di bisogno possa beneficiare dei servizi offerti.

Risultato 1: Garantiti meccanismi integrati di protezione sociale per 115 minori in età prescolare e scolare e sensibilizzati minori e famiglie per la promozione attiva del diritto all’istruzione e il reinserimento nel sistema educativo nazionale

VdT ha identificato, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, 65 bambine e bambini tra i 9 e i 13 anni che hanno abbandonato il sistema scolastico, offrendo loro un percorso di reinserimento accademico tramite l’erogazione di assistenza finanziaria condizionata alle loro famiglie. Più nel dettaglio, i bambini sono stati inseriti nelle scuole pubbliche a loro più vicine se hanno abbandonato il sistema scolastico entro i 3 anni, oppure sono stati riferiti al Catch Up Programme gestito dall’UNICEF in caso di abbandono scolastico superiore ai 3 anni, o ancora al sistema di home-schooling per coloro i cui compagni hanno una differenza di età di oltre 3 anni nella classe prevista per il reinserimento.

Da agosto, VdT ha portato avanti con le loro famiglie un lavoro di sensibilizzazione sull’importanza dell’istruzione, sugli effetti devastanti dell’abbandono scolastico e di fenomeni quali il lavoro minorile o i matrimoni precoci. A tale fine, due trainer hanno tenuto un totale di 8 cicli da 5 sessioni l’uno in cui sono state affrontate tematiche quali:

  • Il concetto della famiglia e delle pratiche e dinamiche genitoriali, inclusa la comunicazione intra-familiare e gli effetti che questa esercita sui minori;
  • La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia: concetti, norme e misure;
  • Ostacoli relativi al rispetto dei diritti dell’infanzia: quali sono e come affrontarli;
  • Il fenomeno dell’abbandono scolastico: quali sono le cause e quali le misure preventive e di risposta;
  • Il lavoro minorile: cause ed effetti del fenomeno;
  • I matrimoni precoci: cause ed effetti del fenomeno;
  • Self-care skills per i genitori e meccanismi di protezione all’interno della comunità.

Gli stessi minori verranno coinvolti in attività di gruppo finalizzate all’apprendimento attivo e dinamico dei propri diritti.

Inoltre, 50 bambini in età prescolare (3-6 anni) usufruiscono di servizi ludico-ricreativi durante tutta la durata del progetto. Questa attività è gestita da due insegnanti dell’asilo che, nei mesi estivi, hanno preparato un piano ludico-educativo adatto all’età ed alle esigenze dei bambini, che frequentano il centro nei mesi autunnali, invernali e primaverili nelle ore mattutine dei giorni lavorativi. Gli spazi in cui si svolge l’attività sono arredati e organizzati per ospitare bambini, con mobili colorati, pareti dipinte e giochi e libri adatti alla loro età. Anche i figli delle donne beneficiarie di altre attività possono usufruire di questo servizio. Da novembre, l’attività si svolge da remoto, con le insegnanti che mandano video ai bambini e le famiglie che rispondono inviando a loro volta foto e video con i compiti svolti dai figli.

Risultato 2: Migliorata la qualità e l’offerta di servizi integrati di prevenzione, protezione e trattamento per 80 uomini e 385 donne vulnerabili, incluse donne con disabilità e aumentata la consapevolezza di 175 donne sui diritti della donna, SGBV, violenza domestica e abusi

Sotto la seconda componente, lo staff ha partecipato a dei corsi di formazione su post-traumatic stress disorder(PTSD) e sulla disabilità, i primi tenuti dal Centre for Victims of Torture (CVT) e i secondi da Humanity and Inclusion (HI), entrambe organizzazioni specializzate nell’ambito tecnico della tortura e dei traumi da guerra (la prima) e sulla disabilità e su modalità di inclusione (la seconda). Considerate le caratteristiche della popolazione target, ovvero per lo più rifugiati che sono stati testimoni di violenze, torture, esecuzioni, bombardamenti, sfollamenti e quant’altro, la formazione dello staff relativa al disturbo da stress post-traumatico risulta fondamentale, poiché vi è sempre un alto numero di casi affetti da questa difficoltà. Saperne riconoscere i sintomi, essere in grado di lavorare sulle cause, adottare le migliori modalità di interazione con persone che ne mostrano manifestazioni è essenziale per garantire servizi di qualità, in cui il benessere psico-fisico della persona sia al centro dell’intervento. Allo stesso modo, sapere individuare casi e tipologie di disabilità, troppo spesso immaginate solo come fisiche, è necessario per includere quella parte di popolazione fortemente stigmatizzata in un contesto come quello giordano, dove fattori socio-culturali e religiosi tendono a percepire la disabilità come un fenomeno negativo e punitivo.

Inoltre, lo staff di VdT offre servizi di case management e supporto psicosociale, sia in forma individuale che di gruppo, che aiutano la popolazione target a sviluppare resilienza emotiva e ad affrontare in modo maggiormente positivo gli ostacoli che si trovano a sperimentare quotidianamente. Le persone possono così fare ricorso a soluzioni meno nocive e sviluppare un senso di autodeterminazione, autostima ed indipendenza che, nella fattispecie ragazze e donne, faticano a fare emergere anche a causa di norme socio-culturali che le vedono spesso soggette agli uomini della famiglia.

Per questo motivo, il progetto include soprattutto ragazze e donne, che sono le protagoniste di workshop creativi di sartoria, iniziativa che ha una doppia valenza: da un lato, quella di offrire uno spazio protetto in cui le donne possono condividere i propri traumi e le proprie esperienze, inclusi modelli positivi per l’elaborazione e il superamento delle difficoltà, ricevendo un supporto qualificato (è infatti garantita la presenza di staff specializzato in supporto psicosociale); dall’altro trasmette loro delle tecniche e competenze che possono poi fungere come catalizzatore per piccole attività remunerative o imprenditoriali, opportunità estremamente apprezzata e valorizzata dai beneficiari stessi. A dicembre, il primo ciclo si è concluso coinvolgendo 15 donne e il secondo è stato avviato.

VdT fornisce anche supporto legale in cooperazione con Arab Renaissance for Democracy and Development (ARDD), organizzazione specializzata nei servizi legali e nell’advocacy a favore dei diritti dei rifugiati, supporto che si concretizza nell’erogazione di assistenza finanziaria per il rilascio e/o rinnovo di documenti per 260 individui. Ad oggi, 146 hanno ricevuto l’assistenza finanziaria per i documenti, mentre altri 122 sono stati presi in carico per una consulenza sulla loro situazione legale.

La violenza di genere risulta essere ancora una realtà che tocca molte persone, in primis donne e ragazze, ma alla quale anche uomini e ragazzi non sono immuni. In una società in cui questa tematica rappresenta già di per sé un argomento molto delicato, affrontare questo tema per ragazze e donne con disabilità appare ancor più necessario, considerando come le esigenze che incontrano nella realtà quotidiana, a volte diverse dalle persone senza disabilità, siano spessissimo trascurate, se non attivamente contrastate perché percepite come tabù. Per questo motivo VdT ha organizzato dei cicli di sessioni di sensibilizzazione che coinvolgono:

  • da un lato, donne tra i 18 e i 50 anni e che vogliono creare spazi confortevoli che possano stimolare il dialogo intergenerazionale, attenuare i conflitti e la distanza culturale tra le vecchie e le nuove generazioni e fornire informazioni, aumentare la consapevolezza e fornire gli strumenti per affrontare specifiche problematiche relative ai diritti della donna, alla gestione dei conflitti familiari, alla salute riproduttiva, alla violenza domestica, ecc.;
  • dall’altro lato, donne con disabilità e caregivers, anch’esse donne, per assicurare degli spazi fisici e temporali in cui permettere loro di affrontare in libertà argomenti quali i rischi di violenza di genere a cui sono sottoposte, incluse molestie, abusi e violenza psicologica e verbale; salute riproduttiva; il rapporto tra sessualità e disabilità e i pregiudizi ai quali le persone con disabilità sono sottoposte, nonché come combattere gli stereotipi e favorire l’inclusione di persone con disabilità.

Risultato 3: Realizzati percorsi di peer counseling e terapia occupazionale per 180 beneficiari con disabilità, e azioni di awareness per 155 beneficiari, per stimolare la nascita di reti informali di solidarietà e favorire l’abbattimento delle barriere sociali nei confronti delle persone con disabilità

Le attività che VdT ha avviato prevedono non solo la diffusione di un messaggio diverso da quello comunemente percepito rispetto alla disabilità (ovvero di fardello, colpa, manchevolezza), ma anche l’affrancamento ed autodeterminazione di donne con disabilità attraverso una formazione che le rende protagoniste di un cambiamento proattivo. Infatti, una formatrice specializzata spiegha loro come mettere in atto pratiche di peer-to-peer outreach, cittadinanza attiva e self-advocacy, in modo da poter attivamente promuovere i propri diritti all’interno della comunità e raggiungere altre persone con disabilità grazie ad un approccio capillare che si propaga attraverso le loro conoscenze e secondo un modello di positive model. Loro stesse, insieme alle altre persone nella comunità che avranno coinvolto, elaboreranno il materiale che sarà oggetto di una più ampia campagna di informazione sui diritti delle persone con disabilità. Altre saranno poi coinvolte in sessioni di sensibilizzazione che mirano ad aumentare la loro capacità di affrontare problematiche specifiche che le riguardano in prima persona e a rendere i caregivers consapevoli delle problematiche che li accomunano. In base ai bisogni riscontrati nelle aree target, le sessioni di sensibilizzazione si concentreranno sulle seguenti tematiche:

  • Diritti delle persone con disabilità;
  • Inclusione sociale;
  • Servizi disponibili nelle aree di intervento.

Infine, VdT offre un percorso di terapia occupazionale a 60 persone. Essa consiste nel determinare un piano individuale per ciascuna persona che abbia bisogno di recuperare o potenziare le proprie abilità di vita quotidiana, inclusi piccoli gesti pertinenti alla cura personale, alle mansioni normalmente svolte dalla persona in questione, alla sua motricità, ecc.