© OMAR HAJ KADOUR/MSF
Il popolo siriano sta attraversando la crisi più grave della sua storia. Dopo undici anni di guerra, il paese rimane diviso in più aree d’influenza, stremato e occupato da contingenti militari esteri. Su di una popolazione di 21,4 milioni di abitanti, si contano oltre 5 milioni e mezzo di rifugiati e sei di sfollati interni, mentre i combattimenti sono ancora attivi nel nord del paese.
Si tratta di un paese imploso e nel quale una generazione e le sue speranze sono state cancellate. Le prime vittime della guerra, i bimbi, hanno dovuto sopportare lunghi anni di assedi alle città, bombardamenti, freddo e carestia. Molti di loro languono nei campi profughi nei paesi vicini o hanno perso la vita nel disperato tentativo di raggiungere l’Europa. Un quadro aggravato nel febbraio scorso da un terremoto devastante che ha colpito le regioni del nord ovest e in particolare le città di Aleppo, Latakia, Idlib.
Ad Aleppo, molti edifici del centro storico, lesionati durante il lungo assedio, sono crollati o divenuti inabitabili e abbiamo notizia che una nuova ondata di profughi si sia diretta verso il confine con la Turchia. Gli aiuti dal governo centrale sono scarsi o nulli, mentre le poche ong presenti cercano di soccorrere la popolazione, fornire cure mediche e generi di prima necessità.
Vento di Terra intende dare il proprio contributo per alleviare gli effetti di questa tragedia e sta realizzando con Medici Senza Frontiere una raccolta fondi e una serie di iniziative volti al sostegno delle vittime del terremoto. La priorità è ora fornire materiale di emergenza, cibo e tende, in particolare alla popolazione di Aleppo, che appare in assoluto stato di necessità.
Medici Senza Frontiere è presente in molte aree della Siria settentrionale, fornisce beni di prima necessità, farmaci e assistenza sanitaria. Un primo convoglio umanitario di MSF è entrato in Siria dalla Turchia nello scorso febbraio e a seguito del terremoto sono stati allestiti ospedali da campo nelle aree colpite.