Diritti al centro

Progetto di emergenza per il supporto psico-sociale dei minori e delle famiglie siriane rifugiate in Giordania

Data inizio Settembre 2015
Obiettivo Supporto pisco-sociale alla popolazione siriana rifugiatasi in Giordania, in particolare nei campi profughi informali dell’area di Mafraq, con l’obiettivo specifico di fornire assistenza alle famiglie e garantire la scolarizzazione di base ai minori.
Stato del progetto In corso
Finanziatori valdesi  fontedisperanza
– OPM Chiesa Valdese
– Comune di Agrate Brianza
– Coordinamento Comuni per la Pace della Provincia di Cremona
– Fonte di Speranza Onlus
– Associazione Io Bambino
– Donatori privati

Vento di Terra opera dal 2014 nei campi profughi siriani informali, composti in prevalenza da famiglie fuggite dai campi di Zaatari e Asrak, in cui la situazione rispetto a igiene e sicurezza è molto precaria. I primi interventi di Vento di Terra hanno riguardato la potabilizzazione dell’acqua, l’accesso ai servizi sanitari, l’educazione.

Dopo una ulteriore indagine di fattibilità svolta tra dicembre 2014 e marzo 2015, è emersa quale priorità operativa la realizzazione di un ulteriore progetto di livello educativo rivolto ai minori dei campi profughi informali.

L’intervento mira a fornire assistenza immediata alla popolazione rifugiata, con particolare attenzione ai minori e al loro diritto all’istruzione. Il progetto intende inoltre garantire un contatto continuativo con i campi, in modo da migliorare le condizioni igienico-sanitarie attraverso campagne mirate, evitando così un ulteriore drastico degrado della situazione.

Obiettivi e azioni

Considerato che le scuole ed i servizi di Mafraq si trovano ad affrontare un flusso corposo di alunni ed utenti e denunciano uno stato di difficoltà, il progetto intende supportare iniziative locali, come quella della ong giordana Jordan Relief Organization, ampliando i servizi integrativi e costruendo un ponte per l’inserimento dei minori e l’accoglienza delle famiglie nelle strutture pubbliche giordane.

Nella condizione di totale precarietà in cui si trovano i profughi, è fondamentale offrire un supporto di tipo educativo, così che non interrompano per un periodo troppo prolungato il contatto con la scuola. Il progetto intende fornire ai minori un punto di riferimento pedagogico, in grado di valorizzare le risorse interne alle comunità. Si propone di ampliare l’offerta di servizi di assistenza primaria nell’area di Mafraq, garantendo offerta educativa di base a 120 minori, bambini e bambine in età scolare appartenenti alle famiglie in grave stato di disagio.

Nuovi spazi verranno attivati in aggiunta a quelli già gestiti dal partner JRO, in modo da ospitare due nuove classi, uno sportello di supporto psico-sociale, un ufficio destinato al personale, ed un’area polivalente per incontri di gruppo.

Lo staff del centro sarà composto da quattro educatori/insegnanti, una assistente sociale, uno psicologo esperto in PTSD, e personale ausiliario addetto alla gestione e manutenzione degli spazi e del materiale. Lo staff sarà integrato da volontari locali, formati tramite training mirato. Il coinvolgimento di volontari amplierà le potenzialità dell’azione pedagogica e il numero dei minori seguiti.

Il Centro proporrà lezioni di Arabo, inglese, matematica e storia. Inoltre, sarà attivato un modulo mirato all’educazione alla salute: igiene personale, norme igieniche di comunità, conservazione e uso dell’acqua. Oltre alle lezioni tecniche, saranno organizzati laboratori creativi come cartonage, drammatizzazione, story telling, giochi di ruolo, in modo da favorire attraverso momenti ludico-ricreativi l’elaborazione dei traumi.

Considerate le drammatiche condizioni economiche in cui si trovano i minori delle famiglie più povere e marginalizzate, il progetto prevede la distribuzione ai bambini di un kit didattico. Il kit includerà zaino, divisa, materiale scolastico vario. Inoltre, data la scarsità di beni alimentari e le emergenti situazioni di malnutrizione, ai minori frequentanti il centro verrà garantita una merenda scolastica.

Per garantire accessibilità al servizio, verrà garantito un sistema di trasporto per e dal centro, così da poter coinvolgere anche i minori che vivono nelle aree più isolate dei campi profughi informali.

Parallelamente, il progetto è teso alla realizzazione di campagne di educazione all’igiene ed alla prevenzione di base, sviluppando il lavoro proposto dall’equipe educativa con gli utenti del servizio educativo. Si tratta di comunicare norme fondamentali di comportamento, per contrastare la diffusione dei virus, dei batteri e dei parassiti nei campi. Particolare attenzione, verrà posta nell’assistere le donne in stato di gravidanza. Nonostante le condizioni di vita, il tasso di natalità tra i profughi si mantiene molto alto. Il progetto si propone di creare una rete con l’ospedale attivato dalla Cooperazione italiana nel Campo di Zaatari per favorire il monitoraggio a costi contenuti delle partorienti.

Un’assistente sociale esperta verrà incaricata di gestire lo sportello di supporto familiare e le attività di sensibilizzazione ad esso collegate. Il programma delle attività verrà elaborato ed implementato in sinergia con tutti gli altri attori del progetto, in particolare lo staff educativo e lo psicologo.