Un’incursione poetica a Divjake

Un’incursione poetica a Divjake

Si chiamano Ivan, Nina, Emanuela e hanno portato una ventata d’Italia artistica a Divjake. Ivan Tresoldi, amico di lunga data di Vento di Terra, è famoso per aver dipinto con le sue lettere gotiche molti dei muri milanesi e per aver organizzato in giro per l’Italia le famose Piazze bianche. Kermesse in cui le pavimentazioni vengono ricoperte da fogli e dipinte in un’azione corale dagli abitanti del luogo. Nina ed Emanuela sono affermate muraliste e collaborano da tempo con lo studio di Ivan –Art Akademye nelle opere di street art. 

Ciò che è avvenuto a Divjake è chiamato dagli autori “un’incursione poetica”. Ivan, Nina ed Emanuela hanno trascorso i primi giorni ad esplorare la città e il suo territorio ed organizzare meeting con associazioni femminili, giovani e testimonial. Hanno cercato di “fare proprio” il luogo, dopo di che hanno preso a disegnare. Ne sono nati alcuni bozzetti, discussi con gli interlocutori locali, fino a giungere alla versione definitiva. Un problema di fondo riguardava l’edificio da affrescare… Dopo più sopralluoghi si optava per una parete divisa da una rientranza: il muro più difficile da dipingere che potessero trovare in città! 

La fase preparatoria prevedeva creare una base azzurra. Gli abitanti del quartiere il palazzo a tre piani si affaccia sulla piazza del mercato si avvicinavano circospetti, qualche volta timorosi, chiedendo informazioni. I visi tuttavia si illuminavano ogniqualvolta si mostrava il bozzetto. Una signora che abita di fronte ha trasformato il proprio disappunto in gioia quando, aprendo la finestra ha visto un bell’azzurro pastello al posto del viola preesistente: “Tutti i giorni vedrò il cielo!”. 

Il bozzetto aveva un’area magica perché parlava di Divjake e della sua magnifica natura, quanto della necessità di difenderla. Una donna da un lato e due bimbi dall’altro sostenevano un disco sul quale si potevano distinguere la laguna, la foresta, le spiagge e le colline. Un messaggio esplicito, diretto, che ha incontrato il favore degli spiriti più critici. Durante i lavori molti si sono prestati a dare una mano, un suggerimento o semplicemente per condividere la loro soddisfazione 

Il muro, tuttavia, si è rivelato davvero ostico. Durante il primo giorno si sono rotte alcune tubature che portano l’acqua dalle cisterne sul tetto agli appartamenti, rovinando in parte il lavoro già realizzato. Il trabattello a disposizione non risultava abbastanza alto per lavorare sull’ultimo stadio, provocando una giustificata inquietudini in Nina ed Emanuela. Divjake, in cui l’aprile apre l’estate, sembrava inoltre in questi giorni terra d’Irlanda, con frequenti scrosci e un clima freddo. Ma la gestazione del nostro murales poteva tuttal più essere rallentata, e la sera di domenica, dopo una settimana di lavoro, l’opera appariva già quasi completa. 

Ivan intanto ricopriva le case viola di fronte delle sue lettere gotiche, che in rosso e grigio, producevano uno straordinario effetto. Le parole in albanese erano state scelte dalle donne e dai ragazzi, centrando l’attenzione sull’ambiente. Alcuni chiedevano come leggerle ed erano in molti ad osservare le linee precise con la testa inclinata. In poco tempo, tuttavia, il segreto veniva svelato e un bel sorriso appariva sui visi degli apprendisti scribi. “Il writing” spiegava Ivan, “costringe le persone a riflettere sulle lettere, sulle parole, sul loro significato”. Inoltre per i più attenti, nei testi si celava una sorpresa: alcuni termini erano stati presi in diretta dal dialetto di Divjake! 

Al gruppo di lavoro si affiancava finalmente Franko, tra gli street artist più famosi di Tirana. Con lui e un gruppo di Ragazzi del Centro, Ivan iniziava in contemporanea a dipingere Urban Lab. Ne nasceva un pezzo a tutta parete nel salone, realizzato su un bozzetto di Franko. Anche qui prevaleva un soggetto ambientalista, in quanto la sorte del vicino parco e del prezioso patrimonio naturale di Divjake è nel cuore di tutti. Il murales raffigura alcuni ragazzi che realizzano un grande puzzle con l’effigie dei uno dei più illustri abitanti di Divjake: il pellicano Johnny. Un esemplare da tempo impossibilitato a volare, adottato e curato dalla direzione del parco e che è divenuto il beniamino dei ragazzi. Negli ultimi tempi inoltre una femmina proveniente dall’isola di nidificazione nella laguna, ha preso quotidianamente a fargli visita, divenendo a furor di popolo la sua fidanzata. 

Per tutti si è trattato di una settimana di festa, in cui Divjake e chi la abita è divenuta protagonista di una serie di eventi e di incontri, cui nessuno dei presenti è rimasto estraneo. Dopo i primi sguardi scettici, gli abitanti di Divjake hanno adottato il nostro staff artistico, richiedendoci a gran voce di dipingere l’intera città! Grazie a Ivan, Nina, Emanuela e Franko, che speriamo di rivedere quanto prima ad Urban Lab