Il cuore leggero di Alhan al Ahmar

Il cuore leggero di Alhan al Ahmar

La scuola è lì, come sfidasse il tempo, custode dei suoi 170 bimbi. Li incontriamo poco dopo mezzogiorno, quando in piccole file ordinate percorrono i pendii delle vicine, arse, colline per tornare a casa. È un tragitto irto di ostacoli e attentamente monitorato dalle truppe paramilitari dei vicini insediamenti israeliani. Si tratta di un percorso che impensierisce i genitori, perché ad oggi non esiste un crinale che non sia occupato da un out post di giovani coloni. Il segnale è chiaro: “i beduini se ne devono andare”. Qui i movimento della destra sionista sta coronando il sogno di rendere impossibile la creazione di uno stato palestinese. Qui rapidamente ciò che resta della West Bank viene sezionato da una lunga teoria di insediamenti che, di fatto, stanno completando la separazione del governatorato palestinese di Betlemme da Ramallah.

I coloni sono organizzatissimi, armati sino ai denti e sostenuti dai partiti al potere. Ma vivono come prigionieri nei loro insediamenti bunker, evidenziando a ogni passo il dispregio per i vicini beduini, e con ciò, rinnegando la loro umanità. La costruzione delle scuola è costata cara alle comunità locali: perdita del lavoro, aumento della conflittualità e delle vessazioni, chiusura degli accessi stradali. Qualche tempo fa tuttavia alla fondamentale domanda: “ne è valsa la pena?”, il portavoce di Alhan Al Ahmar rispondeva: “Si, ogni mattina mi alzo, vedo la scuola e il cuore diventa leggero”.

Le comunità hanno ricevuto nei giorni scorsi la visita di una delegazione italiana, guidata dagli onorevoli Roberto Speranza e Arturo Scotto. Nei giorni successivi si è tenuta ad Al Ahmar un’importante riunione alla presenza dei diplomatici dell’Unione Europea e delle Agenzie ONU. Incontri ai quali Vento di Terra ha partecipato, unica ONG presente, in rappresentanza della propria rete di supporto. La vita delle comunità è da un decennio scandita dalle sentenze e dai rinvii della Corte suprema israeliana. La scuola è sotto ordine di demolizione dalla sua costruzione nel 2009 e per le comunità è stato definito un piano di spostamento. La Corte a settembre dello scorso anno ha sostanzialmente avvallato le posizioni del Governo israeliano, richiedendo tuttavia la presentazione di un piano da parte governativa. La sessione di lunedi 25 settembre doveva essere risolutiva, ma il Governo non ha presentato in tempo il piano e la seduta è stata rimandata a data da destinarsi.

Si tratta di un meccanismo logorante, anche per gli stoici beduini. Ogni giorno gli alunni si presentano a scuola senza sapere se la settimana, o il mese successivo, la scuola sarà ancora in piedi. I piani del governo sono unilaterali e non prendono in considerazione lo stile di vita e le abitudini delle comunità. I tempi sono cambiati e l’appoggio e la grande solidarietà dimostrata dalla comunità internazionale si sono negli anni indeboliti. È per questa ragione che le delegazioni, l’appoggio e la presenza appaiono in questa fase particolarmente importanti. Si tratta di non far sentire sole le comunità in una difesa dei diritti dei bambini che riguarda tutti.

Massimo Annibale Rossi
per Vento di Terra ONG

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