Ultimatum scaduto per Khan al Ahmar ma la speranza continua

Ultimatum scaduto per Khan al Ahmar ma la speranza continua

Il primo ottobre è passato, il tempo limite dato dall’autorità di governo israeliana dei territori palestinesi alla comunità dei beduini di Khan al-Ahmar per lasciare il loro villaggio. “Un crimine di guerra per fare posto ad un illegale insediamento ebraico”. Così Amnesty International ha definito la demolizione del villaggio beduino di Khan al Ahmar in Cisgiordania.

Ma nonostante le minacce, nessuno dei residenti ha demolito le proprie case, come gli era stato intimato, il che significa che Israele ora è legalmente in grado di effettuare evacuazioni forzate e demolizioni, compresa la “Scuola di gomme”.

Eppure a Khan al Ahmar, la vita continua nella sua quotidianità: i bambini vanno a scuola e gli adulti si organizzano in gruppi di discussione e confronto sulla situazione. La sera è festa: gente da ogni angolo della Palestina accorre per dare sostegno e solidarietà agli abitanti del villaggio.

Massimo Annibale Rossi, operatore di Vento di Terra, in questi giorni di attesa è a Khan al Ahmar per dare supporto alla comunità. Ecco la sua testimonianza:

“In questa vigilia infinita non si vedono facce tristi ad al Ahmar. Delegazioni si sommano a delegazioni; molti giovani chiedono di ripetere la narrazione degli eventi che hanno accompagnato l’epopea della Scuola di gomme. Prendono diligentemente appunti, come fossero all’università, seguendo le iperboli degli anziani beduini. Sotto il grande telo allestito dietro la scuola fioriscono discussioni, si scambiano opinioni e speranze. Nessuno si dice ottimista, ma questa ritrovata armonia, questo anelito all’accoglienza è di per sé una grande conquista. Ognuno a suo modo prega perché la “grande prepotenza” non avvenga, ma in cuor suo sa quanto i miracoli sotto questo cielo di guerra siano divenuti rari. Sono presenti molti israeliani dissidenti, che siedono a pranzare con i palestinesi e discutono di sionismo e del fallimento di Oslo. La troupe di Al Jazira staziona di fronte al villaggio, mentre le altre televisioni si avvicendano, con riflettori proporzionati al loro audience. Commentano questo piccolo miracolo di solidarietà in un mondo ove le reti si sgretolano. Grandi assenti, la stampa e la televisione italiane, stremate dal dibattito sulle percentuali di debito… i bimbi questa mattina, come ogni giorno erano nelle loro classi, felici di sentirsi al centro di tanta attenzione. anche loro racconteranno di queste giornate ai loro figli ed ai figli dei loro figli, con la fierezza d’esserne stati protagonisti…”