Raise your voice
Il nostro progetto “Raise your voice: empowerment of Palestinian youth by promoting their social participation in the local community, through participatory paths” è terminato, ma rimangono nel cuore gli sguardi pieni di soddisfazione delle ragazze e dei ragazzi che vi hanno partecipato e i bellissimi Video Partecipativi che hanno realizzato.
Il progetto, finanziato da GIZ, ha coinvolto circa 180 bambini e giovani – maschi e femmine – che vivono in aree particolarmente marginali e colpite dal contesto di occupazione militare e conflitto, in particolare le comunità beduine di Jabal Al Baba e Sea Level, nell’area C della Cisgiordania, e il villaggio di Um Al Nasser, nel nord della Striscia di Gaza a ridosso della buffer zone.
In ciascuna comunità target i partecipanti hanno preso parte ad un percorso laboratoriale condotto dall’organizzazione partner REFORM, incentrato sul tema la Trasformazione Sociale, durante il quale lavorando in piccolo gruppo hanno preso confidenza con i concetti che stanno alla base della vita sociale (relazione, norma, valori, gerarchia) e su come questi si modificano nel tempo, mettendo in luce le dinamiche tipiche dei conflitti e delle contraddizioni sociali e offrendo loro spunti di riflessione e strumenti per superarli, attraverso attività interattive e che stimolano l’esperienza diretta (role-play).
Al termine, ciascun gruppo di ragazzi e ragazze sono diventati ideatori e realizzatori di un film sulla loro realtà personale e sociale, partecipando attivamente a tutte le fasi, dall’ideazione alla scrittura, dalle riprese al montaggio. È stato possibile grazie all’utilizzo del metodo PVCODE, ideato da Cristina Maurelli e Carlo Concina, esperti di Video Partecipativo che ad avvio progetto hanno realizzato un percorso di scambio formativo con i professionisti film-maker palestinesi incaricati di condurre il laboratorio. Questi, affiancati sul campo dallo staff di Vento di Terra (coordinatori, assistente sociale, psicologi) e sotto la costante supervisione a distanza dei due esperti internazionali, hanno seguito i ragazzi e le ragazze in tutte le fasi più cruciali della lavorazione. La cosa più entusiasmante del percorso è stata vedere i giovani protagonisti curare tutte le fasi della realizzazione dei loro Video Partecipativi. Li abbiamo visti prendere confidenza e velocemente imparare ad utilizzare l’attrezzatura e le tecniche di ripresa e narrazione per immagini, ma soprattutto mettersi in gioco, per raccontare sé stessi, le comunità in cui vivono, la cronica carenza di servizi di base, ma anche i loro sogni e come vorrebbero portare un cambiamento positivo. C’è stato chi ha parlato davanti alla telecamera, chi si è occupato delle riprese, chi dei costumi, chi della preparazione del setting, chi della produzione. E poi li abbiamo visti lavorare insieme per scrivere una sceneggiatura, discutere animatamente su come realizzare le scene più salienti e su come il materiale girato per arrivare alla versione finale dei loro Video Partecipativi, sperimentando in diretta come si realizza il montaggio.
La realizzazione dei video partecipativi è quindi diventata una preziosa occasione educativa, un’avventura straordinaria che ha permesso ai ragazzi e alle ragazze di “far sentire la propria voce”, ma anche di acquisire nuove competenze tecniche, di migliorare la consapevolezza di sé e del proprio ruolo nella società, di costruire e consolidare relazioni, di sentirsi ascoltati e capaci.
Parallelamente, ragazzi e ragazze sono stati seguiti da uno sportello di supporto psico-sociale, che è rimasto attivo per tutta la durata del programma, grazie alla presenza settimanale di un team di professionisti, assistente sociale e psicologo, i quali hanno lavorato con i bambini e i giovani delle comunità target tramite attività di gruppo e supporto individuale a seconda delle problematiche e dei bisogni rilevati.
Durante la prima settimana di maggio, i 4 Video Partecipativi realizzati dai ragazzi sono stati finalmente proiettati in ciascuna comunità, durante un evento condotto dai ragazzi stessi, alla presenza delle autorità locali, dello staff di progetto e dei referenti di GIZ. È stato bello vederli emozionati davanti alle storie per immagini che loro stessi hanno ideato e realizzato, contenti di ricevere un certificato che attesta in modo ufficiale il loro impegno e ascoltare le parole degli adulti che esprimevano entusiasmo per i risultati del percorso e riconoscenza per l’impegno dimostrato.
Ci ha colpito, nel vedere tutti i Video Partecipativi uno di seguito all’altro, ritrovare tra loro un filo rosso, sebbene ogni gruppo abbia lavorato sul proprio film senza comunicare con gli altri, ovvero il desiderio di far conoscere la propria storia e cultura beduina, quella di una minoranza che ancor più del resto della popolazione palestinese rischia di perdere le proprie radici culturali a causa del contesto di occupazione militare e conflitto.
A tutti i giovani e le giovani che si sono impegnati in questo percorso auguriamo di continuare a crescere consapevoli e forti, di poter cogliere a pieno ogni occasione per imparare, di continuare a credere nei propri sogni e di impegnarsi per realizzarli.