L’arca dei Pacifici salperà il 24 maggio da Ragusa e Gaza

L’arca dei Pacifici salperà il 24 maggio da Ragusa e Gaza

Un mare simbolo di vita e di dialogo. Un mare di pace che unisce ancora una volta Ragusa e la Palestina. Questo il senso di un progetto fortemente voluto dall’Istituto comprensivo “Vann’Antò” di Ragusa in collaborazione con la ONG Vento di Terra.

Il giorno 24 maggio alle ore 10.00 al Porto di Marina di Ragusa, alla presenza di una delegazione di alunni e genitori, sarà messa in mare una piccola imbarcazione a vela carica di simboli di pace che, accompagnata dalla Protezione Civile del Comune di Ragusa, prenderà il largo in direzione sud.

L’aspetto davvero interessante del progetto è che in contemporanea, dal porto di Gaza, altra sponda del Mediterraneo, un’analoga iniziativa a cura della scuola “Terra dei Bambini” e dello staff di Vento di Terra lì presente sancirà il gemellaggio tra le due scuole e la volontà di diffondere messaggi di pace e di speranza.

L’Arca dei Pacifici, questo il nome dell’imbarcazione che verrà messa in mare con tante sagome umane, vuole essere simbolo per un mare portatore di vita.

Al Porto di Marina di Ragusa saranno presenti anche il dirigente scolastico Rosario Pitrolo e il sindaco di Ragusa Federico Piccitto.

Nel marzo scorso l’Istituto Comprensivo “Vann’Antò”, nell’ambito del gemellaggio con una scuola dell’Infanzia “Terra dei Bambini” della Striscia di Gaza in Palestina, ha ricevuto una delegazione di insegnanti palestinesi per uno scambio/testimonianza che ha molto emozionato tutti i presenti. Sara Alafifi, responsabile locale a Gaza per Vento di Terra, e Nahid Kuhail, assistente sociale e counselor presso la “Terra dei bambini”, hanno parlato delle difficoltà nella Striscia di Gaza e delle possibilità di intervento per migliorare le condizioni di vita degli abitanti.

“Il viaggio dell’arca dei Pacifici in partenza da Ragusa e da Gaza – spiega l’insegnante Viviana Rizza – segna il proseguo di un dialogo per la costruzione di momenti di pace per una popolazione, quella palestinese, che spera di trovare serenità dopo tanta sofferenza e distruzione”.