Il lungo esodo dall’Afghanistan

Il lungo esodo dall’Afghanistan

Vento di Terra opera nella regione di Herat, al confine con l’Iran, occupandosi di promozione di genere e diritti dei minori. La popolazione afghana nell’agosto del 2021 ha assistito impotente al ritiro del contingente internazionale e alla presa di potere dei talebani. Il secondo emirato, favorito dagli accordi firmati a Doha dagli USA e dal rapido dissolvimento del governo, ha in breve restaurato la sharia, la temuta legge islamica. Non si è trattato di una sorpresa, in quanto il governo legittimo aveva dovuto rilasciare i prigionieri talebani ed era stato escluso dai negoziati. Inoltre, a causa della prevalente corruzione e della violenza, l’esecutivo guidato dal Presidente Ghani risultava da tempo delegittimato.

La frettolosa evacuazione da Kabul ha prodotto panico generale e un numero imprecisato di vittime, tra cui le oltre duecento dell’attentato finale. Una tragedia annunciata, resa più drammatica dalla rinuncia di presidiare il perimetro dell’aeroporto da parte del contingente internazionale. Nonostante le buone intenzioni e i costi di una guerra durata venti anni, l’operazione Enduring freedom si è lasciata alle spalle un paese devastato e in preda alla carestia.

Vento di Terra ha lanciato nel giugno 2021 un appello per includere i collaboratori locali delle ONG nei voli umanitari e ha avviato una raccolta fondi mirata. Nel mese di agosto, ha partecipato da remoto all’evacuazione dall’aeroporto Karzai. Sono stati giorni febbrili: alcune famiglie sono rimaste nella calca per 50 ore, molte non sono riuscite a salire sugli aerei.

Nei mesi successivi si è svolto un tavolo ministeriale sui voli umanitari e sull’accoglienza dei rifugiati. Il percorso ha registrato stasi e difficoltà fino alla firma di un protocollo con cinque enti del privato sociale e la definizione di un programma. I primi voli sono partiti dal Pakistan nella primavera successiva e alcune settimane fa, è giunta in Italia una delle famiglie della lista di Vento di Terra. Si tratta di un nucleo di cui il capofamiglia è un medico al quale un gruppo integralista ha sparato lo scorso anno per la passata collaborazione con le ONG. La famiglia, che comprende quattro minori, dopo aver ottenuto il visto pakistano ha attraversato il confine via terra ed ha atteso alcuni mesi a Islamabad il volo organizzato dalla Tavola Valdese. Durante il percorso sono stati accompagnati da VdT, che li ha inoltre sostenuti economicamente in Pakistan. Un problema di salute sorto all’ultimo istante ha riguardato la madre, che ha dovuto rinunciare al volo e che raggiungerà la famiglia al più presto.

Rimangono in lista di attesa alcuni nuclei e una giovane in situazione di rischio per le attività svolte e per aver rifiutato un matrimonio combinato. La speranza è che, nonostante le nuove emergenze internazionali, i voli umanitari possano proseguire. Vento di Terra, grazie alla campagna “Emergenza Afghanistan” e alle sottoscrizioni dei sostenitori, rinnova il proprio impegno a favore dei civili afghani rimasti in patria o in attesa d’imbarco.

Seguiteci e sosteneteci per aiutare insieme a noi i civili afghani in attesa di una nuova vita.