Il caso di Khan al Ahmar arriva al parlamento europeo

Il caso di Khan al Ahmar arriva al parlamento europeo

Nei giorni scorsi l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini aveva avvertito Israele di “gravi conseguenze” se l’esercito israeliano avesse demolito il villaggio beduino di Khan al Ahmar. “Come ripetutamente sottolineato, le conseguenze di una demolizione di questa comunità e lo spostamento dei suoi residenti, compresi i bambini, contro la loro volontà, sarebbero molto gravi e minaccerebbero seriamente la fattibilità della soluzione dei due stati, minando le prospettive di pace”, ha detto Federica Mogherini.

Ieri è stata presentata una mozione al parlamento europeo contro la demolizione del villaggio e della scuola di gomme, che si è conclusa con la seguente risoluzione:

Il parlamento europeo

1. esprime profonda preoccupazione per il rischio di imminente demolizione del villaggio beduino di Khan al-Ahmar e sollecita le autorità israeliane a non procedere con i piani di demolizione e l’espulsione degli abitanti;

2. avverte le autorità israeliane, in quanto potenza occupante, che la demolizione di Khan al-Ahmar e il trasferimento forzato dei suoi residenti costituirebbero una grave violazione del diritto internazionale umanitario che costituisce un crimine di guerra; insiste affinché i responsabili di tale crimine internazionale siano ritenuti responsabili;

3. insiste sul fatto che la risposta dell’UE deve essere commisurata alla gravità di questo sviluppo e coerente con il suo sostegno di lunga data alla comunità di Khan al-Ahmar; invita il VP / AR a intensificare drasticamente l’impegno dell’UE con le autorità israeliane per quanto riguarda il pieno rispetto dei diritti della popolazione palestinese nell’area C, e a sollecitare l’immediata cancellazione di tutti i piani di trasferimento forzato e di tutte le demolizioni e ordini di sfratto contro di loro;

4. accoglie con favore il sostegno dell’UE alle comunità a rischio di trasferimento forzato e chiede ulteriori investimenti nell’area C, in particolare a sostegno della popolazione beduina; invita la Commissione a garantire che tali aiuti siano erogati in modo tale da invertire la frammentazione, integrare pienamente la dimensione politica dell’occupazione e sostenere efficacemente l’autodeterminazione palestinese;

5. esprime allarme per la continua distruzione e confisca degli aiuti umanitari nella zona C; deplora la mancanza di determinazione del SEAE e della Commissione, come sottolineato dalla Corte dei conti europea, per garantire compensazioni e garanzie di non ripetizione da parte delle autorità israeliane; si attende che la Commissione detratti l’equivalente di tali perdite dall’assistenza bilaterale dell’UE a Israele;

6. Resta fermamente convinto che l’unica soluzione duratura al conflitto in Medio Oriente sia quella di due Stati democratici, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco in pace entro confini sicuri e riconosciuti, sulla base della “linea verde” del 1967 e con Gerusalemme come capitale di entrambi gli stati;

7. condanna la continua espansione degli insediamenti israeliani, che costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario, alimenta il risentimento e la disperazione palestinese e rappresenta l’unico ostacolo più importante alla redditività e alle prospettive della soluzione dei due Stati;

8. sottolinea la determinazione della comunità internazionale, espressa nuovamente dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel dicembre 2016, a non riconoscere eventuali modifiche ai confini del 1967, anche per quanto riguarda Gerusalemme, diverse da quelle concordate dalle parti attraverso negoziati; invita le autorità israeliane a interrompere e invertire immediatamente la loro politica di insediamento; invita l’UE a rimanere risoluta sulla questione;

9. decide di inviare una delegazione ad hoc per valutare la situazione sul terreno in relazione alla distruzione di progetti finanziati dall’UE nella zona C;

10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione / alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite , il Quartetto, il governo israeliano, la Knesset, il presidente dell’Autorità palestinese, il Consiglio legislativo palestinese e gli organi dell’Assemblea parlamentare euromediterranea.

Nel frattempo i palestinesi hanno denunciato per “crimini di guerra” Israele alla Corte Penale internazionale dell’Aja per la demolizione del villaggio beduino di Khan al Ahmar, in Cigiordania. Lo ha annunciato il segretario generale dell’Olp Saeb Erekat in una conferenza stampa a Ramallah, sostenendo che Israele deve essere ritenuto responsabile per i suoi piani sul villaggio la cui demolizione è stata decisa dalla Corte Suprema israeliana in quanto costruito illegalmente.

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foto di copertina: CREDITS OREN ROSENFELD