Dichiarazione dell’Ambasciatrice Mai Alkaila su Khan al Ahmar

Dichiarazione dell’Ambasciatrice Mai Alkaila su Khan al Ahmar

“Non possiamo non iniziare questa Conferenza Stampa denunciando la natura discriminatoria della legge approvata dalla Knesset nella notte tra il 18 e il 19 luglio 2018. Una legge che definisce Israele “Stato-nazione del popolo ebraico”, negando i diritti fondamentali al 20% della popolazione autoctona palestinese e rafforzando in questo modo le politiche di Apartheid portate avanti da Israele.

Per quanto riguarda il motivo per cui siamo qui oggi, la Corte Suprema israeliana, dopo aver dato il via libera alla deportazione di 190 persone della comunità beduina di Khan Al-Ahmar e alla demolizione della Scuola di Gomme, costruita dalla ONG italiana Vento di Terra e sostenuta dalla Conferenza Episcopale Italiana, dalla Cooperazione italiana, da alcune agenzie dell’ONU, dall’Unione Europea, e da una rete di Enti Locali italiani, ha deciso di sospendere i lavori delle ruspe fino al mese di agosto.

Come forse saprete, la Scuola di Gomme, che ospita principalmente ragazzi di età compresa tra i sei e i tredici anni e rappresenta un importante presidio educativo e sociale dove risiedono le speranze di un futuro migliore e di pace per 174 bambini provenienti da 5 diverse comunità, costituisce un esempio unico di architettura bioclimatica non permanente, con l’edificio principale realizzato in argilla, legno e circa 2 mila vecchi pneumatici. Questo proprio per non incorrere nel rischio di demolizione che colpisce puntualmente coloro i quali, vivendo nell’Area C della Cisgiordania sotto il totale controllo di Israele, non riescono ad ottenere alcun permesso di costruzione. La decisione della Corte israeliana di posticipare le manovre di distruzione ed evacuazione è scaturita dopo la presentazione di due appelli presentati dai legali della comunità beduina e in seguito a proteste pacifiche che sono costate molti arresti e feriti alla comunità beduina ma che hanno ricevuto e continuano a ricevere il sostegno di tutto il popolo palestinese, delle Nazioni Unite nella persona del Coordinatore per il Processo di Pace in Medio Oriente Nickolay Mladenov, dell’Unione Europea nella persona dell’Alto Rappresentante Federica Mogherini, e di buona parte della comunità internazionale, nonostante il tentativo delle forze di occupazione di tenerla anche fisicamente alla larga, dichiarando ad esempio l’area di Khan Al-Ahmar zona militare per impedire l’accesso ad una folta delegazione di consoli europei, guidati dal Console d’Italia Fabio Sokolowicz.

In quell’occasione, lo scorso 5 luglio, il Console Sokolowicz ha insistito che “La Farnesina si è già espressa: ‎il governo italiano vorrebbe vedere la Scuola di Gomme qui anche in futuro e ‎stiamo lavorando in questo senso. La visita è una visita di solidarietà, un modo per ribadire ‎ancora una volta l’interesse e la preoccupazione dell’Italia per la situazione che ‎abbiamo davanti. Stiamo facendo il possibile per cercare di salvare questo ‎progetto”. Lo stesso giorno, la Sottosegretaria agli Esteri Onorevole Manuela Del Re ha ricevuto una ‎delegazione di “Vento di Terra” e della piattaforma Change.org – che presentavano una petizione di circa 400.000 firme contro la demolizione della S‎‎cuola di Gomme” – ed ha assicurato loro la forte attenzione del governo, visto che “La Scuola rappresenta da anni una risposta concreta a impellenti esigenze, in piena coerenza con i dettami del diritto internazionale umanitario”.
Lo stesso Ministro degli Esteri Moavero, nel corso dell’audizione programmatica del 10 luglio presso la Commissione Politiche Unione Europea, ha ribadito che il governo italiano, assieme ai partner dell’Unione Europea, segue con grande attenzione la questione della Scuola di Gomme e, in generale, la questione delle demolizioni effettuate da parte israeliana in Cisgiordania, su cui frequenti sono le prese di posizione pubbliche delle missioni diplomatiche degli Stati Membri UE.

Infine, sollecitato dall’Interpellanza Urgente presentata dall’Onorevole Roberto Speranza, illustrata alla Camera dall’Onorevole Federico Fornaro e fortemente voluta dall’Onorevole Arturo Scotto – già Deputato del Parlamento Italiano, che ringrazio per essere qui con noi oggi – su quali iniziative concrete il governo italiano intendesse assumere, l’Onorevole Manlio Di Stefano, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, il 13 luglio scorso ha risposto al Parlamento ricordando come la vicenda del villaggio beduino di Khan Al-Ahmar e della Scuola di Gomme sia stata più volte oggetto di numerose azioni mirate da parte italiana fin dall’agosto 2016, quando le autorità israeliane hanno informato di voler procedere, per ragioni amministrative, al suo smantellamento e al suo successivo trasferimento in un altro sito, chiarendo che tali azioni sono state condotte sia in via bilaterale sia nell’ambito del rapporto Unione Europea – Israele, e sottolineando che sul piano bilaterale queste azioni hanno interessato anche il livello politico. Tra le ultime azioni, il Sottosegretario Di Stefano ha citato l’incontro di massimo livello tra l’ambasciatore italiano a Tel Aviv e le autorità militari israeliane che amministrano i Territori Palestinesi Occupati, e quello dell’ambasciatore italiano a Washington con le autorità statunitensi, entrambi mirati a scongiurare i lavori di smantellamento. Nel concludere la sua risposta, l’On. Di Stefano ha auspicato un cambio di passo, in Italia, riguardo alla difesa dei diritti umani e della pace, invitando il Parlamento tutto ad essere voce unica e forte, “perché se lo si fosse fatto con più determinazione anche in passato probabilmente non saremmo a questo punto oggi”.
In Palestina l’impegno è totale. Il Ministro per la Resistenza contro il Muro e gli Insediamenti, Walid Assaf, è notte e giorno a Khan Al-Ahmar, al fianco delle famiglie minacciate dalle ruspe. Il Primo Ministro Rami Hamdallah, visitando il villaggio alla presenza di rappresentanti ufficiali dell’Unione Europea, della Turchia e del Brasile, il 14 luglio ha sottolineato come dietro a questa demolizione e a questa deportazione, di per sé inaccettabili dal punto di vista del diritto internazionale umanitario, vi siano effettivamente questioni politiche più ampie che non bisogna perdere di vista: l’estendersi degli insediamenti israeliani illegali nei Territori Palestinesi Occupati e la pulizia etnica che non riguarda solamente le comunità beduine ma l’intero popolo palestinese, perseguitato da Israele attraverso le più diverse forme di vessazione, quali le uccisioni a sangue freddo, gli arresti indiscriminati, la confisca di terre e di acqua, i trasferimenti forzati come quello di Khan Al-Ahmar e la distruzione di case e scuole, come la Scuola di Gomme.
L’anno scolastico palestinese normalmente comincia ai primi di settembre, ma, viste le circostanze, il Ministero dell’Istruzione ha deciso di anticiparne l’inizio a lunedì 16 luglio, considerando le numerose interruzioni a cui purtroppo andranno incontro i corsi se le forze di occupazione andranno avanti con i loro piani sciagurati.

L’arrivo a Khan Al-Ahmar non è stato facile per nessuno, a causa di nuovi posti di blocco e di un cancello di metallo collocato all’ingresso del villaggio per impedire l’accesso ai palestinesi. Tuttavia, settanta alunni sono riusciti a raggiungere la scuola, insieme ai loro genitori e a numerosi rappresentanti del governo palestinese, compreso il Ministro dell’Istruzione, Sabri Saidam, il quale ha voluto dare personalmente il via a un anno scolastico che ci auguriamo tutti pieno di pace e serenità per i ragazzi.
L’Ambasciata di Palestina in Italia ha voluto convocare questa Conferenza Stampa per aggiornare su quanto sta accadendo alle comunità beduine della Cisgiordania; mobilitare l’opinione pubblica affinché la demolizione della scuola e il trasferimento forzato dell’intero villaggio non si verifichino; e mettere in rilievo il rinnovato impegno del governo italiano in questo senso, nella speranza che lo stesso impegno sia rivolto a contrastare tutte le ingiustizie che derivano dall’occupazione israeliana, attraverso il riconoscimento – da parte dell’Italia – dello Stato di Palestina sui confini del 4 giugno 1967, con capitale Gerusalemme Est.

Grazie per la vostra presenza”

Mai Alkaila
Ambasciatrice Stato di Palestina in Italia