Arrivano le ruspe nel villaggio di Khan al Ahmar
Le notizie che ci arrivano in queste ultime ore da Khan al Ahmar sono sempre più allarmanti: dopo che i giorni scorsi i militari hanno preso le misure per l’accesso al villaggio dalla strada, ieri sono stati consegnati gli ordini per la confisca dei terreni, intimando tutte le famiglie a lasciare il villaggio. L’intero sito è stato dichiarato “Military Area” a partire da questo venerdi, con l’intento di limitarne l’accesso alle persone, in particolare stampa e delegati internazionali: in questo modo l’intera area rimarrà isolata e chiusa al mondo esterno e i militari potranno così avere carta bianca. L’obiettivo più prossimo è quello di costruire nuovi accessi per portare le ruspe al villaggio.
Stamattina sono arrivati i militari con i bulldozer. La popolazione è stata intimata ad abbandonare il villaggio immediatamente, ma tutti hanno rifiutato. La folla ha bloccato una delle ruspe, mettendosi di fronte.
“Ci sono numerosi militari e anche varie ambulanze”, racconta Giulià Schirò, country manager di Vento di Terra, accorsa stamattina al villaggio per verificare la situazione. “I bambini continuano a partecipare alle attività educative proposte dagli insegnanti nella Scuola di Gomme, nonostante l’arrivo delle ruspe.”
Nel frattempo, approfittando della folla che si è radunata nel villaggio di Khan al Ahmar, stamattina i militari hanno abbattuto 15 case e vari ricoveri per animali nella vicina Abu Nwar, iniziando di fatto la demolizione dell’intera area.
I bulldozer stanno spianando la strada in modo incessante. E’ chiaro che ormai la demolizione è questione di giorni, se non di ore. “La tensione tra i militari e gli abitanti sta crescendo sempre di più, ci sono alcuni tafferugli e scontri, le donne e i bambini hanno iniziato a urlare e piangere“, continua Giulia mentre ci invia in tempo reale le foto delle ruspe.
Attendiamo con ansia nuove notizie, continuando a sollecitare la comunità internazionale e le istituzioni affinchè intervengano contro questo abuso di potere, nel rispetto dei diritti sanciti dalla Convenzione di Ginevra.