Data inizio | 2016 |
Obiettivo | Assicurare percorsi educativi inclusivi per i minori profughi e giordani vulnerabili, anche diversamente abili, e assistenza psicosociale alle famiglie di riferimento residenti nell’area di Al-Sa’iediyyeh |
Stato del progetto | In corso |
Finanziatori | ![]() ![]() – OPM Chiesa Valdese – Fonte di Speranza Onlus – Donatori privati |
L’ondata dei profughi siriani ha avuto un impatto significativo sulle province di Mafraq e Irbid, che già registravano sacche di povertà, un alto tasso di disoccupazione e la presenza di profughi provenienti dall’Iraq e dalla Palestina, va considerato infatti che i rifugiati palestinesi registrati presso l’UNRWA (Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi) sono 2.097.338. A Irbid sorge dal 1951 un campo che ospita più di 25 mila rifugiati . Altri campi palestinesi nell’area sorgono a Souf, Jarash, Husn.
Per le comunità ospitanti, gli effetti più significativi della nuova ondata di profughi proveniente dalla Siria si registrano nel sovraccarico dei servizi, nell’aumento dei costi degli alloggi e della disoccupazione nelle campagne. I nuovi afflussi hanno inoltre provocato rincari nei generi di prima necessità, la diminuzione delle retribuzione di manodopera non qualificata e infine un aumento della prostituzione. In particolare nelle città settentrionali la presenza dei siriani ha affollato i servizi, e il numero di richieste e emergenze sempre crescente ne sta negativamente influenzando anche la qualità. I dati registrati sul campo supportano la scelta governativa di coinvolgere attivamente le comunità ospitanti negli interventi promossi a favore dei rifugiati, facendo in modo che gli interventi possano rafforzare, direttamente o indirettamente, anche le capacità di risposta alla crisi della popolazione siriana e dei suoi servizi. Le comunità giordane più provate risultano quelle dei villaggi nella fascia di confine e dei quartieri periferici di Mafraq. Con il deteriorarsi della situazione, i profughi rischiano d’essere visti come una minaccia, con il relativo portato di tensioni e rischi per la coesione sociale. Da più parti emerge l’esigenza di avviare servizi di supporto a quelli esistenti, consolidando nel contempo le opportunità d’incontro e condivisione.
Il progetto mira a garantire educazione non formale a 170 minori e supporto psicosociale alle famiglie che vivono nell’area povera di Sa’iediyyeh, distretto di Badiya nord, Governatorato di Mafraq. Inoltre si intende offrire un servizio qualificato in termini di integrazione per i minori disabili.
Per raggiungere l’obiettivo, verrà realizzato un centro per il supporto educativo e psicosociale dei minori e delle famiglie più vulnerabili. Il centro, promuoverà percorsi di educazione non formale ed attività extrascolastiche per i minori dell’area, ponendo particolare attenzione all’inclusione dei minori disabili e proponendosi come modello per la pratica di una educazione inclusiva. Presso il centro saranno implementati servizi di prima emergenza per l’assistenza alle famiglie in situazioni di estrema difficoltà e ai minori che registrano gravi sindromi di PTSD, disabilità motorie, mentali, uditive e visive. Il centro vuole essere luogo di incontro tra la comunità profuga e quella ospitante.
In particolare saranno implementate le seguenti azioni:
Il progetto è realizzato insieme al partner locale Child Care Charity Association (CCCA), associazione registrata nel novembre 2000 presso il Ministero dello Sviluppo Sociale giordano, con sede ad Al-Sa’iediyyeh. CCCA opera per la promozione dei diritti umani e a favore delle categorie più vulnerabili, individuate come beneficiari privilegiati dei progetti, in particolare minori, inclusi orfani e diversamente abili, donne, famiglie in difficoltà socio-economica. E’ proprietaria del centro in cui verranno svolte le azioni di progetto.