La Striscia di Gaza sta affrontando dal punto di vista sociale ed economico una situazione drammatica, resa sempre più grave da una combinazione di diversi fattori quali il blocco di beni, merci e servizi, la disoccupazione, le chiusure e le restrizioni imposte ai lavoratori ed alle industrie.
Il villaggio di Um Al Nasser si trova in una zona molto particolare, dal punto di vista geografico e politico. Sito vicino al valico di Eretz, unica porta verso Israele, sul confine della No Go Zone, un’area di 500 metri vietata agli umani così come alle capre, circondato dai bacini di raccolta delle acque nere provenienti da tutto il nord della striscia di Gaza, si caratterizza come il paese con le peggiori condizioni ambientali, sociali ed economiche di tutta la Striscia.
Um Al Nasser è l\’unico comune beduino della Striscia di Gaza; ha una popolazione di 5.000 persone, di cui il 95% registrati come rifugiati e di cui il 60% sono bambini. Il tasso di disoccupazione, estremamente elevato, è pari all’80 % della popolazione, quasi il doppio della media regionale della Striscia.
Nella condizione di estrema povertà in cui si trova il villaggio, anche la situazione socio sanitaria è particolarmente grave, in particolare per quanto riguarda la relazione tra salute e nutrizione. Malnutrizione e denutrizione sono infatti diffuse e influenzano negativamente lo sviluppo fisico dei minori, già segnati da sindromi di Stress Post Traumatico (PTSD), difficoltà di concentrazione, disturbi dell’apprendimento e comportamentali.
In questo drammatico contesto, il centro “La Terra dei Bambini” offre ai minori ed alle loro famiglie un importante servizio di supporto e sostegno, centrato sulla promozione delle poche ma importanti risorse locali, sia in termini materiali che umane e relazionali.
Importante riferimento per tutta la comunità, il centro offre non solo servizi, ma un luogo bello, sereno e dignitoso dove trovarsi, discutere, sperimentare. È diventato così un laboratorio territoriale per la promozione di buone prassi in ambito educativo, diffondendo in un contesto difficile e drammatico, l’importanza di lavorare attraverso metodi innovativi, capaci di valorizzare il gioco e la comunicazione non violenta, un approccio diverso e possibile alla soluzione dei problemi, al superamento del trauma, alla costruzione di un nuovo e positivo sé sociale, nel pieno rispetto dei valori e dei principi della tradizione beduina.